POLSI: il cammino ed il cambiamento

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La storia del luogo

Un passo dopo l’altro. Così ci hanno insegnato a superare i sentieri difficili e la stanchezza, le prime guide Aspromontane, abitanti di paesi che qualcuno definisce con appellativi altisonanti:
San Luca, Platì, Africo, Cardeto. Erano e sono il Genius Loci, di quei luoghi.
L’Aspromonte, piaccia o no, sta camminando un passo per volta verso il cambiamento, tra mille difficoltà.
Se dovessimo trovare una metafora, sta in un cammino storico della nostra montagna: il sentiero che dal Montalto conduce a Polsi.

Il cammino

Il primo passo vede la Calabria succinta tra Ionio e Tirreno, al cospetto del camminatore. Una prospettiva grande e luminosa. Il percorso poco dopo cambia, una gran discesa porta all’ombra delle faggete, il cielo quasi non si vede, ma la strada è ancora ampia e facile. Poi cambia ancora fino a farti rimpiangere il bosco fitto, ma lo sguardo che si allarga sul vallone della Madonna ripaga il caldo ed il dolore alle ginocchia.
La vegetazione avvolge, non sempre con gentilezza, ma siamo noi ad essere di troppo. In vista del Santuario, sulla testa di una frana non si prova tanto paura quanto affidamento, alla montagna o alla Madonna, in base alle sensibilità di ognuno. L’ultimo contrafforte accompagna il camminatore fino a Polsi. La meta è stata raggiunta e non suggeriamo risposte.

Possiamo solo raccontarvi, noi Guide del Parco, la voglia che sentiamo di camminare con la prospettiva corretta, consci di stanchezze, paure e difficoltà, senza temere la strada, perché seguiamo gli insegnamenti dei nostri maestri, perché Polsi ci rifocillerà e ripagherà.

Molti vanno a Polsi per se stessi, noi andremo per Polsi: un santuario, un luogo dell’anima. Punto.

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