🦌 Non toccare i cuccioli di capriolo: un gesto d’amore che può essere fatale!
🐾 Biologia e comportamento del capriolo
Il capriolo è un cervide di piccole dimensioni, con una lunghezza di 90–130 cm, un’altezza al garrese di 55–77 cm e un peso tra i 10 e i 35 kg. Il suo mantello varia dal rosso al marrone, con una caratteristica macchia bianca nella regione perianale, detta “specchio anale”. I maschi possiedono piccoli palchi che cadono ogni anno tra ottobre e dicembre, ricrescendo alla fine dell’inverno.
Durante la stagione riproduttiva, che va da maggio a luglio, le femmine partoriscono uno o due cuccioli. I piccoli nascono privi di odore corporeo e con un mantello maculato che li rende quasi invisibili. Le madri li lasciano soli per diverse ore al giorno, tornando solo per allattarli, al fine di non attirare predatori.
✅ Reintroduzione del capriolo italico in Aspromonte
📊 Un processo ben strutturato: da estinto a protagonista dei nostri boschi
Il Piano d’Azione Nazionale per il Capriolo italico (ISPRA) e lo studio di D.R.E.Am. Italia, su incarico del Parco Nazionale dell’Aspromonte, avviano la reintroduzione della sottospecie in Aspromonte con l’obiettivo di ricostituire una popolazione auto sostenibile, tramite il rilascio progressivo di svariati capi. Gli stessi provenivano da popolazioni geneticamente tipiche del capriolo italico.
L’area aspromontana risultava idonea — da medio ad alta vocazionalità — all’ospitare una nuova popolazione di caprioli italici, con benefici ambientali e culturali. Il progetto ha visto la collaborazione di Ministero, Parco, D.R.E.Am. Italia e Istituto Nazionale Fauna Selvatica (ora ISPRA), oltre che di associazioni e gruppi locali, ivi compresi anche alcuni cacciatori. La reintroduzione in Aspromonte rientra in un piano più ampio su scala nazionale, parallelo a interventi avvenuti in altre aree come Cilento e Monti della Tolfa.
🌿 Il capriolo italico: un tesoro ritrovato dell’Aspromonte
Il capriolo italico (Capreolus capreolus italicus) è una sottospecie endemica dell’Italia centro-meridionale, caratterizzata da dimensioni più contenute e da un mantello più scuro rispetto al capriolo europeo. Dopo circa due secoli di assenza, il capriolo italico è stato reintrodotto nel Parco Nazionale dell’Aspromonte tra il 2008 e il 2011, grazie a un progetto che ha previsto il rilascio di 75 esemplari provenienti dalla Toscana . Oggi, la popolazione si è stabilizzata e ha colonizzato l’intera area protetta, estendendosi fino alle Serre.
🚫 Perché non bisogna toccare i cuccioli di capriolo
Durante le escursioni nei boschi dell’Aspromonte, è possibile imbattersi in cuccioli di capriolo apparentemente soli. È fondamentale sapere che non sono abbandonati: le madri li lasciano nascosti per proteggerli dai predatori.
Non toccarli né avvicinarti: il tuo odore potrebbe indurre la madre a non riconoscerli più, compromettendo la loro sopravvivenza.
In caso di dubbio o se il cucciolo appare ferito, contatta le autorità competenti: Polizia Metropolitana o i Carabinieri Forestali
🧭 Cosa fare se incontri un cucciolo
-
Osservalo da lontano: non avvicinarti né toccarlo.
-
Non somministrare cibo o acqua: potresti causare danni alla sua salute.
-
Tieni i cani al guinzaglio: possono rappresentare una minaccia per i cuccioli.
-
Segnala eventuali situazioni di pericolo: contatta le autorità competenti, ovvero i Carabinieri Forestali o la Polizia Metropolitana
🗺️ In conclusione
Il ritorno del capriolo italico in Aspromonte rappresenta un successo nella conservazione e tutela della biodiversità, rappresentando un’azione attiva di notevole importanza. Degno di nota anche il ruolo del capriolo nella coesistenza con il lupo: aumentare la disponibilità di caprioli riduce la pressione predatoria su pecore e capre garantendo maggiore stabilità alimentare alla specie predatrice, limitando fenomeni di predazione su greggi e favorendo quindi la convivenza uomo-lupo. Studi effettuati dimostrano che un incremento delle popolazioni di cervidi riduce i casi di attacco al bestiame, innescando un circolo virtuoso di protezione.
Tuttavia, la sopravvivenza di questa specie dipende anche dal nostro comportamento. Un gesto compiuto con buone intenzioni, come toccare un cucciolo di capriolo, può avere conseguenze fatali. È fondamentale rispettare i comportamenti naturali della fauna selvatica e permettere alla natura di seguire il suo corso.